La NATO ha recentemente lanciato i primi tre bandi pilot di DIANA, il nuovo programma di accelerazione per l’innovazione del settore della difesa per il nord Atlantico promosso dalla NATO, dedicato alle startup e PMI dei Paesi alleati.

Si tratta di un programma di finanziamento a fondo perduto che si concentra sulle tecnologie dirompenti emergenti (EDT), ovvero prodotti e/o servizi altamente innovativi e creatori di mercato capaci di alterare la natura dei conflitti, per lo sviluppo di tecnologie deeptech dual use con applicazione per il settore della difesa, che già sono in grado di dimostrare un TRL 4 (tecnologia validata in laboratorio) e che mirino a raggiungere un TRL 7 (dimostrazione del prototipo in ambiente operativo).

L’obiettivo dichiarato dal programma è “di superare le sfide poste dalla sottocapitalizzazione delle EDT dovute agli alti rischi d’investimento, l’elevata complessità tecnica e le alte barriere all’ingresso del settore”.

Struttura del programma

Il programma si struttura in diverse innovation challenge” ciascuna pensata in due fasi (6+6 mesi) ad accesso competitivo: la Fase I corrisponde ad attività dimostrative e di scale up delle soluzioni tecnologiche, mentre la Fase II, il cui accesso è riservato ai progetti che avranno raggiunto progressi tangibili nella Fase I, corrisponde ad un programma di accelerazione che comprende:

  • mentorship, in stretto contatto con gli operatori finali e i professionisti dell’ecosistema NATO per il co-sviluppo della tecnologia dual use;
  • lo sfruttamento delle infrastrutture di accelerazione esistenti;
  • la possibilità di condurre esperimenti in più di 100 infrastrutture di testing dei paesi alleati (ogni beneficiario potrà decidere presso quale infrastruttura vorrà condurre i propri esperimenti);
  • servizi di adozione rapida, ovvero percorsi verso la commercializzazione e lo sviluppo delle capacità interne necessarie;
  • accesso alla comunità di investitori e fonti di capitale dell’ecosistema NATO.

Tematiche dei bandi

  1. Sensing & surveillance: componenti e sistemi per il rilevamento persistente e la raccolta/trasferimento di informazioni nell’ambiente costiero subacqueo;
  2. Energy resilience: soluzioni tecnologiche che consentano la progettazione modulare di microgrid, che possano garantire autonomamente a loro volta l’approvvigionamento energetico costante e sufficiente alle operazioni NATO a seguito di un disastro naturale o durante una crisi, incluso un conflitto;
  3. Secure information sharing: soluzioni hardware e software che operano su reti aperte e che possono funzionare in ambienti austeri o svantaggiati, per la creazione di un ambiente di scambio informazioni CIA (Confidentiality, Integrity, Availability), con particolare riferimento ai live data streams.

Contributo finanziario e beneficiari

Il contributo sarà a fondo perduto e suddiviso in due tranches, rispettivamente di 100.000 (Fase I) e 300.000 € (Fase II).

I possibili beneficiari sono Startup early-stage e PMI che potranno presentare candidature individuali o in collaborazione con altri partner, a patto che tutte le imprese rientrino nei criteri di eleggibilità e che venga nominato un coordinatore che sarà incaricato di sottomettere il progetto e di distribuire i finanziamenti ricevuti da DIANA. Dal 2024 i bandi prevederanno anche la partecipazione di spin-off universitari. Non è necessario essere già in possesso di una security clearance per partecipare.

Scadenza per candidarsi

Le domande di partecipazione dovranno essere inviate tramite il portale dedicato entro il 25 agosto 2023.

Maggiori informazioni sul NATO Innovation Fund

A sostegno dell’ecosistema della R&I nel settore della difesa, la NATO ha di recente annunciato anche il lancio del proprio Fondo per l’innovazione che, a differenza di DIANA, agirà come un fondo venture capital dedicato alle startup deeptech dei 23 Paesi partecipanti. A questo proposito verrà garantita una distribuzione geografica bilanciata. I nove ambiti tecnologici di riferimento del Fondo si rifanno anch’essi alle tecnologie dirompenti emergenti:

  • artificial intelligence (AI)
  • autonomy
  • quantum
  • biotechnologies and human enhancement
  • hypersonic systems
  • space
  • novel materials and manufacturing
  • energy and propulsion
  • next-generation communications networks

Il Fondo agirà come investitore paziente (in grado cioè di gestire in modo strategico l’orizzonte temporale dell’investimento prescelto) durante la fase iniziale di strutturazione di una startup, con importi fino a 15 milioni di euro, al fine di ridurre il rischio degli investimenti nelle EDT del settore della difesa, da investire con runtime di 15 anni ed un’elevata tolleranza al rischio e lunghi periodi di incubazione prima della commercializzazione.

Il Fondo potrà altresi agire come co-investitore con l’obiettivo di attrarre ulteriori fondi (crowd-in), specialmente quelli statunitensi, in genere poco presenti in Europa. Inoltre, come per DIANA, i beneficiari potranno accedere al network dei centri di sperimentazione NATO per la fase di testing delle proprie soluzioni.

Il fondo ha dichiarato la possibilità di operare a seguito del summit NATO che si è appena concluso. Per quanto attiene il nostro Paese, le linee di indirizzo e le connesse modalità di gestione della partecipazione saranno gestite tramite apposito decreto del Ministro della difesa.